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Page history last edited by ljuba pezzimenti 15 years, 3 months ago

Il significato e il ruolo della valutazione cambiano all’interno dei differenti contesti didattici.

La valutazione in contesto universitario alla fine di un corso è diversa da quella del nido.

·         In università l’esame finale ha un ruolo certificativo più che formativo, quindi bisogna individuare valutazioni intermedie (tipo delle esercitazioni).

·         La valutazione in un nido è invece soprattutto formativa.

Allora come può essere organizzata una valutazione nel nido?

La valutazione va correlata agli obiettivi e alle tappe di crescita dei bambini stessi. Quali aspetti valutare?

MANIPOLAZIONE, MOTRICITÀ, SENSORIALITÀ, RELAZIONALITÀ, COGNITIVITA’.

Che tipo di prove per valutare questi aspetti?

Innanzitutto per poter valutare il docente deve saper OSSERVARE. Si parla di OSSERVAZIONE a 3 livelli.

·         MODELLO ETOLOGICO: l’osservatore è nascosto  e comunque non interviene (es:  osservo il bambino sul tappeto, non preparando nessuna attività specifica);

·         MODELLO PIAGETTIANO: preparo l’attività. Qui creo la situazione sperimentale (es: fornisco cubi e sfere e chiedo di riempirli; ho modificato l’ambiente)

·         MODELLO PSICANALITICO: qui c’è relazione empatica tra chi osserva e chi è osservato; il bambino è motivato, coinvolto.

NB: l’osservatore influisce quasi sempre su ciò che si osserva.

Ma che significa osservare? Che faccio io insegnante quando osservo? Che differenza c’è tra guardare ed osservare?

Si osserva quando ci si concentra su degli aspetti specifici del contesto prendendo appunti circa ciò che si osserva. Come?

·         con tabelle prestabilite (checklist): sono rigide, però ho un ordine e una classificazione già dati, quindi la presa di appunti è più immediata;

·         prendendo liberamente appunti, annotando aspetti che mi colpiscono maggiormente o su cui mi voglio concentrare.

(la difficoltà per l’insegnante è capire come certi argomenti sono collegati).

Ora: che strumenti utilizzare per valutare gli aspetti sopra detti? Come apprestare l’ambiente per la valutazione? Che tipo di attività fare?

ASPETTO DELLA MOTRICITA’:

1.       il modello etologico lo uso all’inizio, fino a quando il bambino non comincia a camminare (8-12 mesi)

Es.: il bambino è sul tappeto e io insegnante lo osservo.

2.       poi il modello piagettiano

Es.: posso predisporre dei percorsi specifici, come far camminare i bambini su una linea,  in questo modo essi sono costretti a controllare la propria motricità. Oppure posso usare degli strumenti che li costringano ad andare carponi, ad es.: tubi, tunnel. In questo modo è coinvolto anche il rapporto con lo spazio: il bambino nel tunnel vede una realtà diversa da quella che vedeva prima di entrarci.

ASPETTO DELLA RELAZIONALITA’:

per valutare questo aspetto possiamo concentrarci sull’osservazione del rapporto del bambino con gli altri. Nella nostra checklist potremmo ad esempio inserire come indicatori:

·         ricorda e rispetta i quadri organizzativi dati?

·         Collabora con gli altri? (a volte collaborare può anche solo significare percepire la presenza dell’altro, ad esempio osservandolo giocare ed imitandolo).

ASPETTO DELLA COGNITIVITA’:

in questo caso qual è un’osservazione etologica ed una piagettiana?

Nel nido è difficile distinguere l’attività dalla prova. Strumento utile al fine della valutazione dell’aspetto cognitivo è il portfolio, cioè la raccolta dei materiali prodotti dal bambino. Il portfolio ha un doppio valore:

1.       di documentazione;

2.       di autovalutazione. L’identità di ognuno di noi è sociale, cioè ci identifichiamo con ciò che sappiamo fare. Il libro con tutte le attività fatte, per il bambino è fonte di grande soddisfazione, soprattutto nel confronto col presente.

Col portfolio entriamo nel modello psicanalitico di osservazione e valutazione, perché io adulto, nel momento in cui scrivo ciò che mi racconta il bambino osservando le sue produzioni, divento strumento del suo pensiero.

Infine è importante dire che al nido si osserva principalmente per capire se ci sono patologie. L’aspetto certificativo potrebbe essere appunto quello di verificare la presenza o meno di patologie.

L’osservazione è utile quando voglio monitorare il processo e non il prodotto. In un nido mi interessa sicuramente più il processo.

L’osservazione narrativa, invece della checklist, permette di cogliere più campi contemporaneamente. La narrazione è la caratteristica olistica.

Emerge la necessità di adottare più elementi nella valutazione: la checklist e la narrazione non si eliminano a vicenda. Ogni strumento di valutazione è finalizzata a certi elementi: la checklist mi permette di vedere la presenza di certi elementi, ma non se ce ne sono altri. Ecco perché è necessaria una valutazione bilanciata. La narrazione mi permette di personalizzare maggiormente la valutazione.

La valutazione bilanciata consiste dunque nella capacità di valutare sommando metodologie strutturate e metodologie più libere.

 

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