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Progettare (2)

Page history last edited by Pier 15 years, 5 months ago

appunti di una studentessa. Mie note in rosso.

MODELLIZZARE E PROGETTARE

Sono due processi che producono due artefatti: il modello e il progetto, che sono i prodotti dei rispettivi processi.

La modellizzazione in un dato contesto è l’attività personale del singolo docente: ogni insegnante costruisce una serie di esperienze positive e negative, in base a cui costruisce un format condivisibile con gli altri insegnanti (condivisione del sapere). Il docente modellizza la realtà in base al contesto e, soprattutto, alla sua filosofia educativa (principi ritenuti efficaci per la didattica).

RAPPORTO TRA PROCESSO E PRODOTTO (O ARTEFATTO)

Il processo descrive le modalità con cui mi muovo; è dinamico, in quanto varia nel tempo. (in quanto si sviluppa nel tempo, è un'attività che si svolge in un arco temporale)

Il prodotto descrive la cristallizzazione di quello che sto facendo; è statico e, come una fotografia, non contiene tutta la ricchezza, la complessità del processo, in quanto perde degli aspetti, ma con quelli fissati posso rapportarmi con ciò che ho fatto.

Senza il processo non riesco a modellizzare o a progettare: senza prodotto non posso mai modificare (a produrre nuovi artefatti e a confrontarmi con essi), confrontare il mio processo. È necessaria una dialettica tra processo e prodotto, la quale è una caratteristica fondamentale del modellizzare e del progettare.

RAPPORTO TRA PROGETTARE E PROGRAMMARE

Negli anni ’60-’70, in Italia si è parlato di programma, ossia quella successione degli argomenti trattati e che spesso corrispondevano all’indice dei testi (cancellando qualcosa).

Negli anni ’70-’80, si è parlato di programmazione, cioè quella parte integrante dell’insegnamento, per cui il team docente doveva riunirsi settimanalmente per discutere circa le attività della classe (passaggio dalla scuola del programma a quella della programmazione). La programmazione descrive il come insegnare e non solo il cosa insegnare e consisteva negli schemi fissi di come organizzare la didattica. Schema ad obiettivi: per ogni obiettivo c’erano attività e modalità di verifica. Quindi la programmazione era una tabella rigida da riempire o a volte già completa: un modello stabile e costruito dall’esterno fornito ai docenti per organizzare la didattica.

Alla fine degli anni ’90 si è assistito alla crisi della programmazione, perché si è avvertita l’esigenza di invertire il percorso: spetta al docente progettare in contesto, di volta in volta, (rispetto alla classe, alle tensioni e alle aspettative) costruire dei modelli in contesto, quindi progettare: insegnare diventa costruire un modelli (progetto contestualizzato), tenendo presente il concetto di personalizzazione, adeguando l’insegnamento ai diversi stili cognitivi e ai diversi livelli di apprendimento raggiunti. L’insegnante è un professionista riflessivo e un progettista: costruisce un artefatto progettuale facendo riferimento alla sua esperienza personale (competenza teorica) costruendo lui stesso una strategia (abilità nell’assemblaggio degli strumenti).

Il progetto vive dell’esperienza sul campo, della conoscenza teorica e della filosofia educativa: personalità del docente.

L’INSEGNAMENTO: ORGANIZZAZIONE FRATTALE

Frattali: si basano su numeri non interi ma frazionari con cui si riesce a rappresentare la natura; sono figure che si ripetono, passando a scale più piccole; ogni livello ha la sua autonomia (relatività di scala: le diverse scale hanno degli oggetti con proprie regole, modalità e modi di essere)

Quando un docente deve organizzare un percorso didattico deve individuare:

(Dall’alto verso il basso acquista valore il ruolo didattico e sempre meno quello epistemologico)

  1. curricolo
  2. insegnamento/area/disciplina;
  3. moduli/unità didattiche;
  4. episodi/lezioni;
  5. dispositivi;
  6. materiali per le singole azioni e attività

Ogni livello ha una sua organizzazione autonoma, rispettando la coerenza tra i singoli livelli, circa la disciplina (contenuti e metodologia), elementi procedurali didattici (motivazione, comprensione e orientamento per lo studente attraverso schemi che si ripetono), obiettivi all’interno del percorso. Per quanto riguarda l’autonomia, i singoli livelli sono utili per chiarire un aspetto, all’interno del singolo livello, che non intralci la coerenza generale dell’insegnamento.

Ma oltre all'autonomia ogni livello ha elemnti di continuità con gli altri.

(giusy)

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